Packaging primario, secondario e terziario: caratteristiche e funzioni
Packaging primario, secondario e terziario: caratteristiche e funzioni
Il packaging farmaceutico scelto per proteggere il prodotto riveste un ruolo importantissimo durante tutta la catena distributiva. Un’azienda farmaceutica deve scegliere design, materiali e soluzioni di stoccaggio e trasporto che ottimizzino i costi e i tempi di approvvigionamento e che, allo stesso tempo, siano adeguati alle normative internazionali. Le norme confezionamento di un prodotto sono definite nella Direttiva europea 2004/12/CE sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggi, che modifica e integra la Direttiva 94/62/CE. In questo testo, i packaging vengono classificati in tre categorie: “primario”, “secondario” e “terziario”, ognuno con una funzione e uno scopo differente. La scelta di questi tre livelli di confezionamento diventa dunque un fattore strategico.
Packaging primario
Il packaging primario si trova a contatto diretto con il prodotto (ne sono un esempio il blister delle compresse, la bottiglia che contiene lo sciroppo o la bustina in cui si trova un farmaco in polvere), per questo motivo deve essere sterile (come anche i materiali utilizzati per produrlo), così da evitare le contaminazioni del prodotto con agenti esterni, luce e aria. A questo scopo viene prodotto all’interno di “camere bianche”, in condizioni totalmente asettiche e controllate. Oltre a questo, il confezionamento primario deve permettere una chiara identificazione del farmaco e favorirne l’assunzione.
Nel caso di questo primo livello di packaging, alla Direttiva UE 2004/12/CE è stata affiancata la norma ISO 15378 che specifica i requisiti del Sistema Gestione Qualità applicati ai materiali utilizzati per il confezionamento primario dei medicinali, allo scopo di salvaguardare la sicurezza dei consumatori e minimizzare i rischi.
Nel packaging farmaceutico si utilizza principalmente il vetro farmaceutico purificato, la plastica e l’alluminio. Solitamente chi tratta il vetro e il cartone rispetto a chi invece lavora la plastica sono aziende diverse, ciascun materiale ha infatti caratteristiche differenti.
Il vetro ha caratteristiche chimiche e meccaniche che permettono di ottenere elevata stabilità, resistenza e trasparenza.
Le plastiche ricoprono un ruolo centrale nella produzione di flaconi, fiale o pilloliere, poiché consentono di personalizzare il design e proteggere anche i farmaci sensibili. Per quanto, dunque, il mondo farmaceutico non possa ancora rinunciare del tutto alla plastica si stanno ancora cercando soluzioni alternative a questa, per il momento si stanno adottando scelte sostenibili per ridurre al minimo l’impatto ambientale: le bio-plastiche, plastiche ricicliate o nuovi materiali polimerici mescolati con composti organici come resine termoplastiche.
Infine, l’alluminio è largamente impiegato per produrre blister. È un materiale flessibile, isolante e altamente personalizzabile.
Packaging secondario
Il packaging secondario non si trova a contatto diretto con il farmaco, ma la direttiva 2001/83/CE determina comunque alcuni requisiti stringenti di produzione, legati ad esempio alla stampa. L’imballaggio secondario rappresenta il livello successivo al packaging primario, per questo realizzabile solo previo studio di quest’ultimo in quanto il packaging secondario nasce proprio per proteggere “fisicamente” quello primario, oltre a:
- Proteggere le singole unità;
- Tracciare il farmaco attraverso codici di identificazione;
- Fornire informazioni obbligatorie per legge (nome del farmaco, formula farmaceutica, data di scadenza, ecc.);
- Inoltre, per i farmaci OTC (over the counter, ossia quelli che non richiedono prescrizione medica e uso ospedaliero), il packaging secondario assolve anche alla funzione di promuovere il prodotto rispettando alcune caratteristiche di marketing attraverso specifici design che rispecchino l’identità del brand, catturino l’attenzione dei consumatori e creino una costumer experience personalizzata, sin dagli espositori in farmacia. Fanno eccezione i farmaci rilasciati dietro prescrizione medica o farmaci ospedalieri che, entrando in contatto prima con gli operatori sanitari, non necessitano strategie di marketing per il consumatore e sono disciplinate dalla regolamentazione europea basata sulla Direttiva 2001/83/CE.
Nella produzione del packaging secondario si tende ad utilizzare sempre più materiali come la cellulosa e il cartone per semplificarne lo smaltimento e il riciclo, ridurre l’impatto ambientale e abbassare i costi produttivi.
Le soluzioni di imballaggio moderne come quelle offerte da Eurpack infatti evitano gli eccessi di materiale di confezionamento (overpackaging) e utilizzano materiali ecologi ed ecosostenibili.
Eurpack è specializzata nel confezionamento secondario, con una vasta conoscenza ed esperienza sul campo di quelle che sono le complesse dinamiche della supply chain, questo le consente di offrire ai suoi clienti soluzioni di packaging basate su una progettazione avanzata e rapida. Le soluzioni offerte da Eurpack permettono di assemblare diversi elementi in un’unica composizione (astucci, foglietti illustrativi, blister, componenti di medical device, ecc.) ottimizzando così tempi e costi di stoccaggio e sviluppo.
Packaging terziario
Per packaging terziario si intende l’imballaggio destinato a semplificare lo stoccaggio e il trasporto delle merci. Le funzioni degli imballaggi terziari sono le seguenti:
- Garantire la stabilità, sicurezza e protezione dagli urti;
- Ottimizzare gli spazi di stoccaggio nei magazzini, sfruttandoli nel modo migliore;
- Facilitare la movimentazione delle merci;
- Rendere la merce tracciabile attraverso sistemi di codifica del materiale o dei prodotti che contengono.
A differenza dei primi due livelli di confezionamento, che svolgono un ruolo importante nelle mani del consumatore o in un punto vendita, il packaging terziario deve essere funzionale a migliorare le operazioni logistiche; perciò, la parte estetica non è rilevante. Si utilizza principalmente il cartone micro-onda, spesso in materiali ecosostenibili per ridurre l’impatto ambientale, con stampe neutre per non pesare eccessivamente sui costi e sulle emissioni.
Le sue dimensioni si adattano alle confezioni secondarie che vengono inserite al loro interno. Nelle dinamiche di pallettizzazione, non sprecano spazio sui bancali e non pesano eccessivamente durante il trasporto. In questa fase si tengono conto di alcuni standard comunitari di stoccaggio come l’adozione, in Europa, dell’Europallet, una misura standardizzata del pallet (1.200×800 mm per un massimo di carico di 1.500kg) che ottimizza lo spazio utilizzato sui bancali e sveltisce la movimentazione dei carichi.
L’importanza di affidarsi ad un partner specializzato
I tre livelli di confezionamento appena elencati fanno parte di un sistema in cui ogni fase è legata alla precedente. Il packaging primario si costruisce sul prodotto, il packaging secondario è progettato sul primario e il terziario tiene conto dell’imballaggio secondario che andrà a proteggere. Le aziende che si occupano di una singola linea di confezionamento, anche se altamente specializzate, devono poter acquisire le informazioni sui livelli di produzione precedenti e successivi, così da progettare soluzioni personalizzare nei modi e nei tempi prestabiliti, senza pesare eccessivamente sui costi di stoccaggio.