Packaging degli integratori alimentari: requisiti e innovazioni

Packaging degli integratori alimentari: requisiti e innovazioni

Packaging degli integratori alimentari: requisiti e innovazioni

Il settore degli integratori alimentari conosce da diversi anni un trend positivo sugli acquisiti e i consumi a livello globale. Sempre più persone pensano all’importanza del proprio benessere nella vita quotidiana e negli ultimi anni è cresciuta la domanda di prodotti dedicati alla salute generale e a supporto di uno stile di vita più sano. Questo ha avuto effetti positivi anche sul packaging e sulla ricerca di soluzioni più funzionali e sostenibili per la conservazione dei prodotti. Le normative di riferimento hanno dei punti in comune rispetto a quelle inerenti al settore farmaceutico, ma permettono comunque di ricercare e testare nuovi materiali e nuovi formati rispetto al packaging dei farmaci.

 

Le normative di riferimento per il packaging degli integratori alimentari

Nell’Unione Europea, gli integratori alimentari rientrano nel genere degli alimenti e sono quindi disciplinati come tali vitamine, minerali e altre sostanze attive che li compongono. La normativa principale di riferimento è il Regolamento (UE) N. 1169/2011, relativo alle informazioni sugli alimenti necessarie da fornire ai consumatori, che chiarisce la necessità della massima trasparenza sulle indicazioni d’uso e sugli effetti del prodotto sulle confezioni.

Un’altra delle norme più importanti per il packaging è la norma per l’etichettatura dei prodotti nutraceutici. La Direttiva 2002/46/CE del Parlamento europeo e del Consiglio obbliga le aziende produttrici ad indicare sull’etichetta una serie di informazioni tra cui:

  • la dose di prodotto raccomandata per l’assunzione giornaliera;
  • un’avvertenza a non eccedere con le dosi raccomandate;
  • l’indicazione che gli integratori alimentari non vanno considerati come sostituti di una dieta variata;
  • l’indicazione che i prodotti devono essere tenuti fuori dalla portata dei bambini.

Sulla base di queste normative e rispettandone sempre la compliance, Eurpack ha ottenuto l’autorizzazione per il confezionamento secondario di integratori alimentari, ai sensi dell’art.6 del Reg. CE 852/04, quali capsule, compresse/tavolette, polveri, fiale, sciroppi, granulati e bustine. Il regolamento disciplina i processi e i materiali di confezionamento del prodotto impiegati durante la produzione, nonché la manutenzione delle macchine e degli impianti dal punto di vista igienico: misure fondamentali per evitare contaminazioni e garantire la massima sicurezza.

 

Packaging degli integratori: caratteristiche e innovazioni

Il packaging degli integratori alimentari condivide tutte le funzioni del packaging farmaceutico primario e secondario dei farmaci: protegge da agenti batterici, dagli effetti negativi di luce, aria e umidità e fornisce informazioni sul prodotto.
La differenza sostanziale, però, sta nel fatto che il packaging degli integratori è disciplinato da norme meno stringenti soprattutto in materia di design ed elementi grafici. C’è da considerare che, per quanto ne sia fortemente raccomandato l’uso solo su consiglio di professionisti, questi prodotti possono essere acquistati senza ricetta medica. Di conseguenza, la loro visibilità sugli espositori e sugli scaffali delle farmacie, e agli occhi dei consumatori, è sicuramente maggiore.

A questo dobbiamo aggiungere il valore del mercato degli integratori: a livello globale, secondo le ultime statistiche, sempre più persone acquistano prodotti nutraceutici come alleati del benessere. Parte di questa fiducia è da attribuire al fatto che il settore è stato protagonista di numerose innovazioni per ciò che riguarda le formulazioni e le tecnologie utilizzate per aumentare l’efficacia degli integratori. Medici e farmacisti li consigliano quotidianamente nella pratica clinica e avvicinano i pazienti a questi prodotti.

Per queste ragioni, il packaging degli integratori è spesso progettato per essere accattivante, caratterizzato da colori e claim che possono evocare emozioni o bisogni nel consumatore. La promozione e la comunicazione giocano un ruolo fondamentale non solo per informare correttamente i consumatori sull’utilizzo degli integratori, ma anche per attirarne l’interesse, renderli riconoscibili e differenziarli.

Gli integratori alimentari possono assumere diverse forme: oltre alle polveri, ai liquidi e alle compresse, troviamo anche gomme da masticare o vere e proprie barrette da mangiare. Questa grande varietà di prodotti allarga le possibilità di creare un packaging innovativo che risponde alle nuove esigenze dei consumatori. Al giorno d’oggi, desiderano formati monodose oppure adatti ad essere conservati durante i viaggi o fuori dall’ambiente domestico.

 

Il packaging ecosostenibile al centro del settore nutraceutico

Il packaging degli integratori è soggetto a continue innovazioni non solo nel design, ma anche nella sostenibilità. L’adozione di materiali ecocompatibili, riciclabili e compostabili incontra l’esigenza dei consumatori di avvicinarsi ad acquisti più eco-friendly e delle istituzioni internazionali che spingono le aziende a riflettere sull’impatto delle proprie attività sull’ambiente.

Da carta e cartoncino riciclati o derivanti da fibre vegetali al vetro ambrato per la conservazione del prodotto (maggiormente riciclabile nel fine vita), i materiali delle confezioni sono spesso riutilizzabili e tendono ad inserirsi con più efficacia nell’economia circolare; le aziende possono così rispondere all’esigenza di creare meno rifiuti possibili, con grandi benefici in termini di reputazione.
Anche per ciò che riguarda la plastica, i passi avanti sono stati molti. Le plastiche PET riciclate (rPET) e HDPE, ad esempio, possono essere reintrodotte più volte nella filiera del rifiuto e impiegate per utilizzare nuovi prodotti, promuovendo una maggiore responsabilità nel riciclo e nello smaltimento.

In alcuni casi ad esempio, si utilizzano packaging derivanti da bioplastiche, più precisamente dalla plastica lavorata dalla canna da zucchero, tecnicamente chiamata PLA (acido polilattico). La produzione di questo materiale avviene grazie al processo di fermentazione del glucosio proveniente dalla canna da zucchero, riducendo così le emissioni di carbonio rispetto a quelle emesse dal processo di produzione tipico della comune plastica.